Wired Next Fest 2023, Ekaterina Kotrikadze e Nona Mikhelidze: “Per parlare di Russia serve un giornalismo indipendente”

Wired Next Fest 2023, Ekaterina Kotrikadze e Nona Mikhelidze: “Per parlare di Russia serve un giornalismo indipendente”

Wired Next Fest 2023, Ekaterina Kotrikadze e Nona Mikhelidze: “Per parlare di Russia serve un giornalismo indipendente”


A un anno e mezzo dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, la Russia resta ancora oggi al centro dell’attenzione sulla situazione geopolitica in Europa. Dalla controffensiva ucraina ai regolamenti di conti interni, dalla libertà di stampa ormai preclusa, fino alla propaganda e al ruolo “silente” della società russa: la giornalista Ekaterina Kotrikadze e la ricercatrice Nona Mikhelidze, ospiti del Wired Next Fest 2023 di Milano, hanno risposto ai tanti quesiti che in questo momento si concentrano sul conflitto che cambierà il volto dell’Europa.

Ekaterina Kotrikadze è una delle giornaliste che ha dovuto lasciare la Russia dall’inizio dell’invasione ed adesso è in Olanda. “La situazione è davvero complessa, a causa della guerra voluta da più di un anno e mezzo da Putin – ha spiegato -. Sappiamo che Vladimir KaraMurza è stato condannato a 25 anni di prigionia semplicemente per aver comunicato con il resto del mondo. I giornalisti non sono più in Russia. Chiunque prova a reagire non sa quali possano essere le reazioni. Noi stiamo mantenendo un collegamento tra noi che siamo andati via e quelli che sono rimasti. Anche noi come media stiamo affrontando questa situazione e abbiamo paura di perdere questo collegamento. Gli unici canali che abbiamo ancora sono YouTube e Telegram, in particolare la prima che ci permette ancora. C’è ancora bisogno di giornalismo indipendente, perché c’è sempre più repressione e peggiorerà ulteriormente.

Nona Mikhelidze è ricercatrice senior presso l’Istituto Affari Internazionali (Iai) e lo scorso settembre ha avuto modo di fare due viaggi in Ucraina, che ha voluto raccontare alla platea del Wired Next Fest: “Nel primo ho visto la resistenza civile, come la comunità sta affrontando la guerra, nel secondo invece ho voluto vedere come la società civile e il governo stesso stanno facendo per sviluppare la democrazia e aprire le trattative per l’accesso all’Unione Europea”. Per Mikhelidze: “C’è una guerra in ucraina e c’è un’altra guerra che stiamo vivendo nel dibattito pubblico italiano, che sta creando una realtà parallela. La gente comune sta vivendo sofferenza immensa: è incredibile come in momenti cosi bui e duri, le persone riescano a mantenere ottimismo per il futuro. Loro sempre dicono: dopo la vittoria faremo questo. Abbiamo visto città distrutte, ma in quei posti la ricostruzione è già cominciata”.

In questo contesto, un altro aspetto da chiarire è il rapporto tra la società civile russa e il presidente Vladimir Putin. La sua figura è al centro di molte speculazioni che vanno dalla sua salute, fino a possibili golpe interni alla Russia. Secondo la giornalista Ekaterina Kotrikadze, però, “Putin è sano e in forma, due giorni fa era al Valdai Forum, questa enorme conferenza in cui la Russia invita i vari paesi e Putin è la star assoluta. In eventi di questo tipo lui parla a valanga senza fare riferimento alla tragedia che è in corso. Lui può fare qualsiasi cosa”. La società russa sembra non voler prendere posizione sul tema, anche a causa della forte repressione: “Se dici guerra vieni messo in prigione – dice Kotrikadze -. Le persone non sanno cosa fare. Le opposizioni non offrono strategie, e i pochi leader delle opposizioni sono finiti in prigione. La differenza con la gente ucraina è nell’umore: quello dei russi è pessimo perché non cisono aspettative. Non sno pronti ad andare a combattere e nn hanno aspirazioni. I milioni di abitanti che sono contrari restano silenti”.



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di Daniele Polidoro www.wired.it 2023-10-07 11:29:15 ,

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